giovedì, dicembre 18, 2014

Quanto è difficile per una marca farsi vedere su Amazon: ricerca

Oggi vi segnalo una ricerca di Millward Brown.

La sintesi: sappiamo quanto possa essere potente Amazon come canale distributivo per un prodotto, una marca. 

Ma la lotta per riuscire a farsi vedere (e quindi comprare) è bella tosta. 

A settembre è stata condotta un'analisi negli US: su 75 milioni di persone che sono andate sul sito, solo il 30% è andato oltre la prima pagina di risultati. 

Si ripropone allora anche su Amazon l'effetto Google - dove o si è nelle primissime posizioni o spesso è come non esserci. 



 Infatti risulta che solo un 20% dei visitatori è pronto ad andare a visitare la seconda pagina, un 12.6 la terza e meno del 10% è disposto ad andare oltre (io personalmente devo essere nell'ultimo 0.5%, visto che di pagine ne guardo anche a decine, pur di poter   trovare  "una soluzione migliore"... ma so di non essere il target tipico).

 In effetti quello che capita è un fenomeno ancora molto legato ai modelli del retail tradizionale: faccio un (rapido?) giro, guardo cosa c'è sullo scaffale, se un prodotto mi colpisce l'occhio lo compro, senza investire troppo tempo e fatica a comparare, a esplorare.

Quindi se la mia marca o prodotto non sono ben visibili.... (infatti ai supermercati si paga per avere l'esposizione preferenziale, quella che rende più visibile il tuo prodotto). Su Amazon invece, è il mitico algoritmo che decide tutto.

Ecco allora che se già la nostra marca per farsi vedere in rete deve pensare ad un approccio di "Google Marketing" (sviluppo la mia comunicazione per piacere a Google, non solo alle persone - in modo da avere visibilità sul motore di ricerca), deve anche pensare a un "Amazon Marketing (devo piacere all'algoritmo di Amazon per uscire in prima pagina nella lista dei prodotti ricercati.

Anche perché le persone (almeno negli US) non sembrano esser molto sofisticate o analitiche o interessate alla reale comparazione e ottimizzazione dell'acquisto: dalla ricerca risulta che un 35% clicca sul primo prodotto della lista, un 17% sul secondo. 

Approfondimento: 

Detto questo, va rilevato che se per le marche è dura, nemmeno per Amazon son tutte rose e fiori: al di là del casino combinato pochi giorni fa ( Il Natale nero di Amazon ) ci sono brutti segnali, come i problemi sindacali avuti in Germania e la decisione di non essere più disponibile a San Marino per disaccordi sul pagamento delle tasse di importazione. E anche le vendite non sembrano essere all'altezza delle aspettative:
http://www.nytimes.com/2014/12/02/technology/to-gain-the-upper-hand-amazon-disrupts-itself.html?smid=pl-share&_r=0

Per non parlare del fatto che molte persone considerano Amazon una "evil company" e cercano di evitarla, quando non addirittura di attaccarla... insomma, sarà interessante seguire l'evoluzione dei fatti.

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